Cervia, come pochi altri luoghi, deve molto al sale: è proprio grazie al prezioso "oro bianco" che la città si è sviluppata dall'epoca romana ad oggi.
L'intero complesso salifero e lo stabilimento annesso sono stati affidati alla società Parco della Salina di Cervia con lo scopo di mantenere e valorizzare la produzione e commercializzazione del sale esaltandone la sua specificità: qui la raccolta del sale avviene ancora secondo l'antico sistema artigianale a raccolta multipla, che si adatta perfettamente alle condizioni climatiche dell'Adriatico, meno calde e più piovose rispetto al Mediterraneo meridionale. La raccolta avviene ogni giorno, una sola volta all'anno in agosto: i salinari dividono il proprio bacino in cinque settori e ogni giorno raccolgono il contenuto di un settore in modo di effettuare la raccolta di tutta la salina in cinque giorni. La sua lavorazione esclude la sbiancatura, la macinatura e qualsiasi additivo, l'essicazione avviene in maniera naturale e il lavaggio impiega solo acqua marina ad alta salinità.
Questo metodo riduce al minimo la formazione dei sali più amari come i cloruri di potassio e di magnesio, che richiedono più tempo per cristallizzare. Così nasce la fama del sale dolce: non perché abbia meno capacità salante, bensì perché privo di retrogusti amari e quindi più apprezzato nella gastronomia e nella produzione di salumi e formaggi. Il sale dolce di Cervia è diventato Presidio Slow Food per l'alta qualità del suo prodotto e per il metodo di lavorazione mantenuto che permette di valorizzare il sale come un bene tipico e tradizionale.
Il metodo di lavorazione consente di ottenere un sale marino solubilissimo perchè mantiene la sua naturale umidità, e viene definito "integrale" perché si mantiene particolarmente ricco di tutti gli oligoelementi presenti nell'acqua di mare come iodio, zinco, rame, manganese, ferro, calcio, magnesio e potassio.